Juncker vuole un segnale concreto entro luglio. Paesi dell’Est contrari

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Un gruppo di migranti nel porto di Misurata in Libia

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11/05/2015

marco zatterin

corrispondente da bruxelles

«Cauto col numero», avverte la fonte. In effetti è suscettibile di mutare, ma intanto è quello che arriva oggi dall’incontro dei tecnici della Commissione, in vista della riunione del collegio di mercoledì. Il presidente Juncker vuole a ogni costo che il suo esecutivo proponga ai governi un sistema di quote per ripartire, su base obbligatoria, i migranti che sono giunti in Europa e che ne hanno diritto. Insiste per un meccanismo temporaneo di emergenza (art.78.3 dei Trattati Ue) da definire entro giugno, in vista del varo di un analogo sistema dall’anno prossimo, stavolta definitivo. Per il 2015 l’idea ruota intorno a un pacchetto da 20 mila migranti più 20 mila asilanti da distribuire. Non la soluzione del problema, ma il primo segnale davvero forte che l’Europa potrebbe arrivare dall’inizio del dramma mediterraneo.  

Il piano  

È un pacchetto contest, quello dell’Agenda per l’Immigrazione che Bruxelles cerca di chiudere in queste ore. È la formula che trasforma la missione Triton in qualcosa di simile al defunto Mare Nostrum (più mezzi e fondi triplicati). Al contempo, cerca di archiviare la polemica sul dove mettere chi è stato salvato. Juncker ha promesso al Parlamento Ue le quote vincolanti e vuole che il collegio arrivi a questo, anche se ci sono molte ritrosi, soprattutto inglesi e centro-orientali. Non vuol mollare, il lussemburghese: perché se passa, sarà una vittoria dell’Ue; se no, si presenterà come una sconfitta per gli stati nazionali. 

Le regole  

Il primo passo prevede la creazione di un «sistema di risposta di emergenza» con una redistribuzione che tenga conto di pil, popolazione, disoccupazione e migranti già accolti: sono i primi 20 mila che verranno reindirizzati magari già da luglio. Entro il 2015, la seconda fase: la Commissione intende intavolare una proposta per un sistema definitivo e obbligatorio di «attivazione automatica» della ripartizione in caso di crisi. Come terzo passo, ci si occuperà dell’accoglienza di chi non è in Europa e ha diritto all’asilo: la bozza parla di 20 mila anime subito. Infine si lavorerà sulla riforma del Regolamento di Dublino III, così da scardinare il principio secondo cui i migranti salvati devono essere accolti dal porto più vicino, cioè dall’Italia.  

In totale sono 40 mila persone che potrebbero essere redistribuite ordinatamente, se gli stati s’accorderanno e si supererà le ritrosie di molte capitali. Non un dato immenso, visto che nel 2014 gli illegali passati (ufficialmente) per l’Italia sono stati 170.664 (i morti contati 1780). La Commissione Ue, che si definisce «politica», vuol rompere il cerchio della mancata solidarietà, delle differenze fra chi fa e chi no. Sarà una decisione difficile che, di qui al vertice Ue di giugno, avrà esito incerto. Juncker vuole mettere le capitali davanti alle proprie responsabilità. Di solito, è una strategia che funziona.

Forrás: http://www.lastampa.it/2015/05/11/esteri/ridistribuire-mila-migranti-prime-ipotesi-di-quote-dalla-ue-eqi3mjfiZDapjypemAmdQP/pagina.html