La presa di posizione di Francesco all’udienza al Tribunale della Rota Romana: «Chiesa e famiglia sono unite dal sogno di Dio per l’umanità. Ma non abbandoniamo chi vive nell’errore»

di Ester Palma

Il Papa: no alla confusione fra la famiglia voluta da Dio e le altre union

«Non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione». A poco più di una settimana dal Family Day, in programma per il 30 gennaio, arriva la presa di posizione di Papa Francesco sulla famiglia e le sue implicazioni sociali e politiche. Francesco lo ha fatto durante la tradizionale udienza al Tribunale della Rota Romana, in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Giudiziario. «Nel percorso sinodale sul tema della famiglia, che il Signore ci ha concesso di realizzare nei due anni scorsi, abbiamo potuto compiere, in spirito e stile di effettiva collegialità, un approfondito discernimento sapienziale, grazie al quale la Chiesa ha – tra l’altro – indicato al mondo che non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione», avverte il Papa.

«Chiesa e famiglia unite nel “sogno di Dio”»

«La famiglia, fondata sul matrimonio indissolubile, unitivo e procreativo,- sottolinea il Pontefice – appartiene al “sogno” di Dio e della sua Chiesa per la salvezza dell’umanità». E ha spiegato il suo pensiero: «Dio ha voluto rendere partecipi gli sposi del suo amore: dell’amore personale che ha per ciascuno di essi e per cui li chiama ad aiutarsi e a donarsi vicendevolmente per raggiungere la pienezza della loro vita personale; e dell’amore che porta all’umanità e a tutti i suoi figli, e per cui desidera moltiplicare i figli degli uomini per renderli partecipi della sua vita e della sua felicità eterna». Secondo Francesco, «la famiglia e la Chiesa, su piani diversi, concorrono ad accompagnare l’essere umano verso il fine della sua esistenza. E lo fanno certamente con gli insegnamenti che trasmettono, ma anche con la loro stessa natura di comunità di amore e di vita. Se la famiglia si può ben definire “chiesa domestica”, alla Chiesa si applica giustamente il titolo di famiglia di Dio. Dunque lo spirito famigliare è una carta costituzionale per la Chiesa: così il cristianesimo deve apparire, e così deve essere». Il ministero del Tribunale Apostolico della Rota Romana, ricorda il Papa, «è da sempre ausilio al Successore di Pietro, affinché la Chiesa, inscindibilmente connessa con la famiglia, continui a proclamare il disegno di Dio Creatore e Redentore sulla sacralità e bellezza dell’istituto familiare. Una missione sempre attuale, ma che acquista particolare rilevanza nel nostro tempo».

Per chi vive «nell’errore»

Ma la Chiesa non abbandona chi vive «nell’errore», spiega ancora il Papa:«Quanti, per libera scelta o per infelici circostanze della vita, vivono in uno stato oggettivo di errore, continuano ad essere oggetto dell’amore misericordioso di Cristo e perciò della Chiesa stessa. Nel percorso sinodale sul tema della famiglia, che il Signore ci ha concesso di realizzare nei due anni scorsi, abbiamo potuto compiere, in spirito e stile di effettiva collegialità, un approfondito discernimento sapienziale, grazie al quale la Chiesa ha – tra l’altro – indicato al mondo che non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione.Con questo stesso atteggiamento spirituale e pastorale, la vostra attività, – esorta il Papa – sia nel giudicare sia nel contribuire alla formazione permanente, assiste e promuove l’opus veritatis».

«Il matrimonio non è un ideale per pochi»

Francesco ci tiene comunque a ribadire che «il matrimonio non è un ideale per pochi, nonostante i moderni modelli centrati sull’effimero e sul transitorio, ma una realtà che, nella grazia di Cristo, può essere vissuta da tutti i fedeli battezzati». Per questo i giudici rotali devono «valutare molto attentamente gli errori che riguardano la sacramentalità del matrimonio». «La Chiesa – ha ricordato ancora Francescol Papa – con rinnovato senso di responsabilità continua a proporre il matrimonio, nei suoi elementi essenziali – prole, beni dei coniugi, unità, indissolubilità, sacramentalità – non come un ideale per pochi ma come una realtà che, nella grazia di Cristo, può essere vissuta da tutti i fedeli battezzati. E perciò, a maggior ragione, l’urgenza pastorale, che coinvolge tutte le strutture della Chiesa, spinge a convergere verso un comune intento ordinato alla preparazione adeguata al matrimonio, in una sorta di nuovo catecumenato, tanto auspicato da alcuni Padri Sinodali».

Matrimonio e fede

«Le mancanze della formazione nella fede e anche l’errore circa l’unità, l’indissolubilità e la dignità sacramentale del matrimonio viziano il consenso matrimoniale soltanto se determinano la volontà». Lo ha precisato Papa Farncesco nel discorso alla Rota Romana, aggiungendo: «Proprio perché è madre e maestra, la Chiesa sa che, tra i cristiani, alcuni hanno una fede forte, formata dalla carità, rafforzata dalla buona catechesi e nutrita dalla preghiera e dalla vita sacramentale, mentre altri hanno una fede debole, trascurata, non formata, poco educata, o dimenticata. Ma va ribadito con chiarezza che la qualità della fede non è condizione essenziale del consenso matrimoniale, che, secondo la dottrina di sempre, può essere minato solo a livello naturale»

Forrás: http://roma.corriere.it