hirmagazin 2015 05 31 083944

Guerra Civile. La nota emittente televisiva qatariota ha trasmesso un’intervista ad Abu Mohammed al Julani, il capo di al Nusra, volta a dare legittimità al ramo siriano di al Qaeda che figura nelle liste delle organizzazioni terroristiche del Dipartimento di stato Usa. Motivo? Slegare le mani al gruppo qaedista che, assieme all’Isis, mette in grossa difficoltà le truppe governative siriane

Ancora un paio d’anni fa solo nomi­nare al Qaeda faceva tre­mare i polsi. I governi e media occi­den­tali si affan­na­vano a descri­vere l’organizzazione fon­data da Osama bin Laden come il gruppo ter­ro­ri­stico più peri­co­loso al mondo. Era un nome legato — tra dubbi, cer­tezze, sospetti e teo­rie varie — agli attac­chi alle Torri Gemelle del 2001. Da qual­che tempo invece al Qaeda non sem­bra fare più paura e gli uomini agli ordini di Ayman al Zawahry, ex brac­cio destro e poi suc­ces­sore di bin Laden, sono guar­dati sotto una luce meno nega­tiva, spe­cie se com­bat­tono con­tro il nemico di turno dell’Occidente e delle monar­chie arabe. Anche in que­sta ottica si spiega la recente ope­ra­zione di sdo­ga­na­mento del Fronte al Nusra, il ramo siriano di al Qaeda, che porta avanti la nota tv qata­riota al Jazeera, schie­rata con­tro il pre­si­dente siriano Bashar Assad. Mer­co­ledì scorso l’emittente ha tra­smesso un’intervista ad Abu Moham­med al Julani, il capo di al Nusra, rea­liz­zata dal gior­na­li­sta Ahmad Mansour.

Quest’ultimo, in aper­tura, ha detto di tro­varsi in un’area “libe­rata” della Siria, ossia con­trol­lata dall’organizzazione qae­di­sta. Man­sour ha fatto una inter­vi­sta tra amici, ponendo domande volte ad offrire a Julani l’opportunità di mostrare un volto mode­rato e con­ci­liante di al Nusra, oppo­sto a quello bru­tale del rivale Isis, lo Stato Isla­mico, par­to­rito anch’esso da al Qaeda e poi uscito dall’organizzazione coman­data da al Zawahry. A Julani non sono state fatte domande su quale tipo di sistema poli­tico e sociale al Nusra pensa di instau­rare nella Siria “libe­rata” dal “dit­ta­tore Assad”, pur essendo ben noto che al Qaeda fonda la sua ideo­lo­gia sul sala­fi­smo più radi­cale, lon­tano anni luce da quella demo­cra­zia alla quale, almeno nei pro­clami, dice di richia­marsi l’opposizione siriana laica. È stata messa in piedi una soap opera gior­na­li­stica, via satel­lite, per strap­pare appoggi all’Europa e agli Stati Uniti dove al Nusra figura nell’elenco delle orga­niz­za­zioni ter­ro­ri­sti­che del Dipar­ti­mento di Stato. Motivo? Occorre sle­gare com­ple­ta­mente le mani a Julani per­chè i suoi uomini — molto moti­vati, ben adde­strati ed armati e pronti al mar­ti­rio — sono gli unici, oltre ai jiha­di­sti dell’Isis, a met­tere in seria dif­fi­coltà l’esercito siriano e i com­bat­tenti liba­nesi di Hez­bol­lah, a dif­fe­renza di quell’armata Bran­ca­leone che si è rive­lato l’Esercito siriano libero, la mili­zia dell’opposizione finan­ziata dall’Occidente e dalle monar­chie arabe sun­nite. Occorre inol­tre far ces­sare i raid aerei della Coa­li­zione gui­data dagli Usa che oltre a pren­dere di mira l’Isis tal­volta col­pi­scono anche basi di al Nusra. E que­sta ope­ra­zione d’immagine non riguarda solo al Jazeera. In Ita­lia, ad esem­pio, alcuni atti­vi­sti anti-Assad fanno il pos­si­bile per rap­pre­sen­tare al Nusra non come una orga­niz­za­zione ter­ro­ri­stica legata ad al Qaeda ma come un nor­male gruppo della “resi­stenza” con­tro Damasco.

E Julani, gra­zie alle domande di Ahmad Man­sour, è emerso alla fine dell’intervista quasi come un ope­ra­tore uma­ni­ta­rio, un buon padre di fami­glia, e non per quello che è: il lea­der di un gruppo armato respon­sa­bile di stragi, rapi­menti di cit­ta­dini stra­nieri (anche ita­liani) e arabi, che non esita ad eli­mi­nare som­ma­ria­mente i sol­dati nemici fatti pri­gio­nieri, come acca­duto durante la recente con­qui­sta della pro­vin­cia di Idlib. Senza alcun dub­bio anche i mili­tari e le mili­zie lea­li­ste siriane com­piono gravi cri­mini che però sono, quasi sem­pre, denun­ciati e docu­men­tati. Quelli degli “insorti”, al con­tra­rio, rara­mente fini­scono sulle pagine dei gior­nali. Per­sino la deca­pi­ta­zione 100–150 sol­dati e lea­li­sti siriani com­pita dall’Isis dopo la con­qui­sta di Pal­mira è stata rife­rita con un pro­filo molto basso da quasi tutti i media arabi e inter­na­zio­nali. Il lea­der del Fronte al Nusra mer­co­ledì ha reci­tato alla per­fe­zione il suo ruolo. Ha detto che il suo intento è solo quello di com­bat­tere il regime siriano, non di orga­niz­zare atten­tati in Occi­dente, e di con­si­de­rare l’Isis come una minac­cia. Secondo Julani l’Occidente soster­rebbe Assad. «Bom­bar­dano anche noi per­ché sanno che rap­pre­sen­tiamo la vera minac­cia al regime di Assad», ha affer­mato. Al Nusra — ha aggiunto — «non ha alcun piano o diret­tiva per pren­dere di mira l’Occidente. Abbiamo rice­vuto ordini pre­cisi (da al Zawahry, ndr) di non usare la Siria come base di lan­cio per un attacco agli Usa o all’Europa, al fine di non ledere la nostra vera mis­sione con­tro il regime. Forse al Qaida lo fa, ma non qui in Siria».

In Siria intanto non si arre­stano i com­bat­ti­menti e il bagno di san­gue. Secondo secondo l’Osservatorio nazio­nale per i diritti umani (Ondus), una ong con sede a Lon­dra legata all’opposizione siriana, almeno 75 civili sono stati uccisi ieri da “barili-bomba” sgan­ciati da eli­cot­teri gover­na­tivi. Cin­quan­ta­cin­que le vit­time ad Al Bab, cit­ta­dina con­trol­lata dall’Isis a 25 chi­lo­me­tri da Aleppo, e 20 ad al Shaar un quar­tiere della stessa Aleppo. Tra le vit­time vi sareb­bero 8 mem­bri della stessa fami­glia. Lo stesso Ondus ha anche denun­ciato che forze curde avreb­bero giu­sti­ziato 20 civili arabi nei ter­ri­tori ripresi all’Isis nella pro­vin­cia di Al Hasakah.

Forrás: http://ilmanifesto.info/siria-al-jazeera-sdogana-al-qaeda/