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Sieropositivo infetta per vendetta decine di ragazzi con virus Hiv

Arrestato un 55enne invalido civile, cercava le vittime su internet. Coinvolte altre quattro persone per prostituzione minorile. Il sindaco lancia un appello alle vittime

di Wilma Petenzi e Lilina Golia

Sieropositivo infetta per vendetta decine di ragazzi con virus Hiv

Diagnosi: Hiv. È scritto nero su bianco sul certificato medico del 55enne arrestato dalla polizia locale di Montichiari diretta da Christian Leali per prostituzione minorile e tentate lesioni. Quel certificato medico, trovato durante una perquisizione disposta dal sostituto procuratore Ambrogio Cassiani, ha sconvolto gli inquirenti. L’inchiesta degli orrori si è subito allargata: oltre a C.T., 55enne, sono coinvolte altre quattro persone per prostituzione minorile e detenzione di materiale pedopornografico

L’uomo era invalido e sapeva di essere malato

L’uomo, invalido civile al 90% proprio per la patologia sofferta (Viveva con una pensione di invalidità, è un ex ferroviere), ha candidamente ammesso che voleva contagiare il maggior numero possibile di ragazzi per vendicarsi della cattiva sorte: pure lui era stato infettato nel 1997 durante un rapporto occasionale. Sapendo di essere malato il 55enne offriva denaro a ragazzi, anche parecchi minorenni, per avere rapporti sessuali non protetti. Le vittime accertate sono almeno trenta, pare tutti ragazzi tra i 16 e i 24 anni. Trovare i ragazzi disponibili era semplice. Bastava un annuncio su qualche chat erotica: uomo maturo, disponibile, incontrerebbe ragazzi. Le risposte non si facevano attendere. Gli incontri si svolgevano in un paio di hotel della zona vicina a Montichiari, alberghi a ore dove spesso l’uomo risultava presente da solo (in molte registrazioni gli inquirenti non avrebbero trovato traccia di al tre persone, forse a causa della minore età). Gli inquirenti hanno già rintracciato una decina dei ragazzi che hanno avuto rapporti con il 55enne (C. T. le iniziali di nome e cognome dell’uomo che ora si trova agli arresti domiciliari). «L’uomo che avete incontrato in albergo non è sano» è stata la comunicazione fornita ai ragazzi dagli investigatori. Per i ragazzini è stato come piombare in un incubo. «Diceva di essere sano, di non avere alcuna malattia – è stato il racconto di diversi dei ragazzi rintracciati – era disposto a pagare di più per fare sesso senza alcuna protezione» .

Sotto analisi la rubrica dell’untore, ora è ai domiciliari

E i ragazzini gli hanno creduto. Ora sono in attesa dei risultati degli esami. Ci vorrà del tempo per essere sicuri di avere scampato il pericolo, oppure per qualcuno di loro inizierà un vero e proprio calvario, fra esami di laboratorio e visite mediche. Altri ragazzi devono ancora essere rintracciati , la rubrica del cellulare del 55enne deve ancora essere analizzata nel dettaglio, tutti i contatti valutati. Gli inquirenti vogliono trovare tutti i ragazzi che hanno fatto sesso con l’untore .

L’appello del sindaco: «Le vittime si facciano avanti»

Il sindaco di Montichiari, Mario Fraccaro, ha lanciato un appello: «Non voglio fare allarmismo ma invito i giovani che si riconoscono nella vicenda a presentarsi presso il comando della polizia locale che poi li indirizzerà nei luoghi adatti. L’Hiv è una malattia che si può tenere sotto controllo prima che causi l’Aids». A Brescia è possibile effettuare gratuitamente il test sierologico per riconoscere Hiv, sifilide e virus epatici all’Ambulatorio Malattie a Trasmissione Sessuale dell’Ats in viale Piave 40. L’accesso è diretto, senza prenotazione e senza l’impegnativa del Medico di Medicina Generale.

«La stanza degli orrori»

Nell’indagine condotta dalla Polizia Locale di Montichiari sono coinvolte altre quattro persone. In carcere è finito M.T., 41enne residente a Brescia che lavora nel campo dell’informatica. Nella sua camera da letto, definita dagli inquirenti la «stanza degli orrori», è stato trovato materiale pedopornografico. In suo possesso 337mila scatti di rapporti sessuali consumati con ragazzini, ma anche bambine tra i 2 e i 4 anni di età. Soltanto indagati risultano A.M., 52 enne di Rezzato, P.M., 40enne di Brescia, e R.O., 56enne di Toscolano. Tutti accusati di prostituzione minorile e detenzione di materiale pedopornografico. I cinque indagati non si conoscevano tra loro. Il collegamento emerso nelle indagini è la conoscenza comune di un minorenne di Montichiari con il quale si accompagnavano abitualmente, dietro compenso.

Forrás: http://brescia.corriere.it

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