Il trattato a rischio. La Germania: «La Grecia faccia i compiti». Ma Atene: «Basta accuse». Allo studio la proposta di un corpo di guardie di frontiera
di redazione online
Vertice ad Amsterdam per salvaguardare Schengen e la libera circolazione nell’Unione europea di fronte alla pressione sull’Ue che arriva dai migranti. I ventotto ministri degli Interni dell’Ue stanno studiando la proposta della Commissione di creare un corpo europeo di guardie di frontiera con cui gestire i flussi migratori in arrivo dal Mediterraneo. Sul tavolo anche l’ipotesi – esplicitata dal ministro dell’Interno austriaco Johanna Mikl-Leitner in un’intervista a Die Welt – di escludere momentaneamente la Grecia dal trattato sulla libera circolazione delle persone. Ipotesi negata dalla portavoce della Commissione europea responsabile degli affari interni: «Non esiste un piano per escludere la Grecia dall’area di Schengen, non esiste nemmeno tale possibilità secondo le regole sulle frontiere esistenti», ha detto. Ma diversi Paesi spingono sulla Grecia a fare più controlli sui migranti in arrivo sulle sue coste e alcuni minacciano di volere escludere il Paese dalla zona Schengen (di cui fanno parte 26 Stati, molti dei quali anche membri Ue).
«Pressioni perché la Grecia faccia i compiti»
Il ministro dell’Interno tedesco Thomas de Maiziere al suo ingresso alla riunione Ue, ha dichiarato: «Noi eserciteremo pressione sulla Grecia affinché faccia i suoi compiti». E ha aggiunto: «Vedremo a che risultati si arriverà nelle prossime settimane. Vogliamo mantenere Schengen – afferma de Maiziere -. Vogliamo soluzioni comuni europee, ma il tempo stringe». Alla Grecia viene rimproverato di non avere saputo controllare il flusso di arrivi.
«Basta accuse»
Atene ha chiesto di «smettere con «questo ingiusto gioco di accuse» che le vengono rivolte ed invoca la piena attuazione delle misure europee. Carenze e ritardi – come spiega il ministro alle Politiche migratorie Yoannis Mouzalas, che elenca una lunga lista di «bugie e verità» – in molti casi non dipendono da Atene. Il Commissario Ue per le migrazioni Dimitris Avramopoulos, che è greco, ha provato a sminuire il rischio di esclusione del Paese da Schengen. «Niente del genere è stato proposto o discusso. Quello che dobbiamo fare è gestire meglio i nostri confini esterni. È ovvio che gli Stati membri di frontiera debbano lavorare di più e siamo qui per aiutarli a fare meglio il loro lavoro», ha affermato Avramopoulos. Anche il ministro dell’Interno del Lussemburgo si è schierato contro l’esclusione della Grecia da Schengen. «Rispetto a ipotesi di chiusura di frontiere interne di alcuni Stati, l’integrazione va mantenuta e salvaguardata», ha spiegato il commissario Avramopoulos, trovando eco nelle parole del ministro dell’ Interno Alfano, il quale dice che l’ Europa deve restare ad assetto stabile, e non ci possono essere di essa dei «pezzetti fuori», perché sarebbe l’inizio dello sgretolamento. Piuttosto vanno rafforzati i controlli alla frontiera esterna. Anche l’Austria chiede una supervisione comune delle frontiere esterne.
Accordo entro giugno
All’incontro, informale, e il primo sotto la presidenza olandese del Consiglio dell’Unione, non ci saranno decisioni definitive, ma una riflessione su come organizzare il lavoro per raggiungere un accordo politico entro giugno come promesso dal gruppo dei Ventotto. Sul tavolo, il ruolo che deve svolgere l’Agenzia europea per le frontiere esterne (Frontex) e la possibilità di intervenire nei confini di un Paese quando è chiaro che lo Stato membro non è in grado di gestire la situazione.
La protesta
I ministri in arrivo al vertice di Amsterdam sono stati accolti da una protesta di Amnesty International: una barca piena di manichini con giubbotti salvagente per rappresentare migranti in arrivo in Europa. «Leader europei, non è delle urne che dovreste preoccuparvi. È dei libri di storia», si leggeva su un cartello.
Forrás: http://www.corriere.it