Si alza la tensione. Gentiloni Ue: „Eviti che la situazione diventi insostenibile”. La Commissione: „In arrivo misure concrete”. Macron: „Le nostre frontiere vanno mantenute”. Viminale, 85mila sbarchi, +20% dal 2016. Unhcr: „Irrealistico che Italia resti sola”

 

Il premier Paolo Gentiloni al recente vertice di Berlino (afp)

 

Francia e Spagna si dicono pronte a sigillare i loro porti, l’Austria a schierare l’esercito al Brennero. Sono poco concilianti le risposte europee alle richieste d’aiuto italiane, alla vigilia dell’incontro dei commissari. E a poco servono, nel concreto, i complimenti di Donald Trump: la Casa Bianca ha fatto sapere che il presidente Usa parlando al telefono con Gentiloni ha lodato „gli sforzi dell’Italia per affrontare la rilevante crisi migratoria libica”.

„L’Italia intera è mobilitata nell’accoglienza dei migranti e chiede condivisione in questa opera, necessaria se l’Europa vuole mantenere fede ai propri principi, storia e civilità e necessaria all’Italia per evitare che la situazione divenga insostenibile e alimenti reazioni ostili nel nostro tessuto sociale che finora ha reagito in modo esemplare dimostrando capacità di accoglienza e coesione”, ha detto il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, alla Conferenza Fao.

Ma intanto, aggiunge il premier „l’iniziativa italiana ha prodotto alcuni primi risultati e mi auguro che generino effetti concreti”,  riferendosi alla discussione con l’Europa per la gestione dei flussi migratori che ieri ha visto a Parigi l’incontro del ministro Marco Minniti con i colleghi tedesco e francese. Un incontro che avrebbe prodotto una prima „piena intesa” a tre in vista del vertice europeo di Tallin, in Estonia, di giovedì e venerdì prossimi. „L’Italia intera chiede condivisione europea sul tema dei migranti, che è necessaria se l’Europa vuole mantenere fede ai propri principi, alla propria storia, e alla propria civiltà”, così ancora Gentiloni.

Migranti, Gentiloni:”La Ue eviti che la situazione diventi insostenibile”E proprio mentre il premier italiano parlava a Roma, la Commissione europea ha fatto sapere di essere al lavoro per preparare alcune „misure concrete” sul dossier migranti, dopo l’incontro dei ministri dell’Interno di Francia, Germania, e Italia e del commissario Ue Dimitris Avramopoulos a Parigi. Le misure saranno discusse al collegio dei commissari domani. La riunione del collegio sarà preceduta da una plenaria del Parlamento europeo dedicata alle azioni per alleviare il flusso sull’Italia e alla quale parteciperà anche il presidente della Commissione Juncker. Ma uno dei nodi più spinosi da sciogliere sarà l’ipotesi – sul tavolo della trattativa a tre a Parigi – di far sbarcare i migranti soccorsi non solo in Italia ma in porti di altri Paesi Ue. Proposta, apprende l’Ansa da fonti di Bruxelles, che non trova il sostegno di Francia e Spagna, contrarie all’idea di permettere lo sbarco dei migranti soccorsi nel Mediterraneo centrale nei loro porti.

L’Austria vuole schierare l’esercito. In serata, poi, si aggiunge la notizia che l’Austria è pronta a schierare l’esercito al confine con l’Italia se non rallenterà il flusso di migranti dal Mediterraneo. Lo ha detto il ministro della Difesa di Vienna: „Penso che saranno attivati molto presto controlli alla frontiera e che sarà necessario l’aiuto di un dispiegamento” dell’esercito, ha detto Hans Peter Doskozil all’edizione on line del Krone Daily, indicando che la mossa „è indispensabile se non rallenta il flusso dall’Italia”.

Emergenza migranti, l’amarezza delle Ong: „Siamo il capro espiatorio”

Ruolo Ong. La bozza di accordo tra i ministri dell’Interno a Parigi continua a far discutere, anche sulla parte del ridimensionamento del ruolo delle Ong: „Limitare fortemente l’azione Ong ed esternalizzare le frontiere è inaccettabile, vuol dire andare nel senso inverso a quanto da noi auspicato: cioè trovare canali legali e sicuri d’ingresso in Europa”, così sostiene la Caritas italiana, a nome di Oliviero Forti, responsabile dell’area immigrazione. Però, aggiunge l’associazione umanitaria, ci sono alcuni punti positivi, ad esempio „spingere sulla relocation in altri Paesi europei, abbassando la soglia di accesso sotto il 75%” e „far sbarcare i migranti anche nei porti di Barcellona e Marsiglia”.

Finanziamenti alle organizzazioni non governative. Nel documento a tre si parla, tra l’altro, anche di regolamentare le azioni e i finanziamenti alle organizzazioni non governative che salvano vite in mare e di ridurre gli sbarchi dando più fondi alla Libia per il controllo delle coste e delle frontiere a sud. „Continua la delegittimazione, anche se indiretta, delle Ong – osserva Forti -. Temiamo non si vogliano avere soggetti indipendenti in mare per verificare l’operato della guardia costiera libica, al momento sotto osservazione della Corte di giustizia europea per questioni legate a crimini contro l’umanità, tra cui il caso dell’affondamento di un barcone sparando in aria”. Poi si parla di esternalizzazione delle frontiere in Libia, „un piano per noi inaccettabile dal punto di vista dei diritti umani” sottolineano alla Caritas.

La Marina di Tripoli. Le Ong finiscono anche sotto il tiro della Marina di Tripoli: „Le cosiddette ong, che si trovano in gran numero nel Mediterraneo, soprattutto di fronte alle coste libiche”, commetterebbero „aperte violazioni alla sovranità marittima libica, oltre ad accusare ripetutamente e ingiustificatamente la Guardia costiera e gli apparati per la lotta alla migrazione illegale libici, ostacolando qualsiasi accordo con la parte europea che aiuti la parte libica nel far fronte al fenomeno”, così il portavoce Ayyoub Qasem, intervistato dall’AdnKronos, che accusa: „incoraggiano i migranti illegali, che affluiscono in Libia da oltre 30 Paesi africani e non” e non si curano minimamente della sovranità della Libia sul proprio territorio e sulle sue acque territoriali”.

Macron ribadisce: „Non confondere rifugiati e migranti economici. Manteniamo le nostre frontiere”. Per affrontare le crisi migratorie „bisogna condurre in maniera coordinata in Europa un’azione efficace e umana che ci permetta di accogliere i rifugiati politici che corrono un rischio reale perché fa parte dei nostri valori, senza però confonderli con i migranti economici e senza abbandonare l’indispensabile mantenimento delle nostre frontiere”. Dopo il summit di Berlino, il presidente francese Emmanuel Macron ha ribadito questo distinguo nel solenne discorso davanti al parlamento riunito a Versailles, promettendo di „rifondare” l’Europa. „Dobbiamo ritrovare lo spirito originario dei padri fondatori”, ha continuato il capo dell’Eliseo, „No l’egemonia, ma unione delle forze”.

Barcellona e Marsiglia, i porti riluttanti. Sull’ipotesi allo studio di poter utilizzare anche i porti di Barcellona e Marsiglia per gli sbarchi umanitari, il vice sindaco della città francese sul Mediterraneo è netto: „No all’apertura del nostro porto alle navi umanitarie che soccorrono i migranti nel Mediterraneo, se ogni settimana facessimo entrare navi con centinaia se non migliaia di migranti saremmo nell’incapacità totale di alloggiare queste persone. Perché una volta sbarcate, queste persone bisogna alloggiarle, ma non abbiamo i mezzi, non possiamo accogliere dei migranti in queste condizioni”, così dichiara a BfmTv Dominique Tian, vice sindaco di centrodestra di Marsiglia.

Anche la Spagna prende tempo: „solidarizza con l’Italia” ma avverte che „qualunque soluzione al problema deve essere europea e non bilaterale” questo il parere delle autorità locali secondo i media di Madrid che citano alcune cifre: „Al momento il peso della crisi migratoria ricade per l’86% sull’Italia, il 9% sulla Grecia e il 4% sulla Spagna”, rileva El Pais online. „Ripartire i migranti fra i paesi del sud non è la soluzione. Ci deve essere una risposta europea davanti a una situazione eccezionale, come si è fatto per la crisi dei rifugiati che arrivavano sulle coste greche” aggiungono. La Spagna inoltre già si fa carico dei migranti che arrivano sulle sue coste dal Marocco, dall’Algeria e dalla costa atlantica africana, anche se in numeri molto inferiori a quelli in Italia. Inoltre, precisano fonti governative, „il 90% degli arrivi è formato da migranti economici che non hanno diritto di asilo, ma restituirli ai loro paesi di origine risulta molto complesso in quanto in maggioranza non hanno documenti”.

Migranti, Viminale: sbarchi 2017 a quota 85mila, +20% rispetto al 2016. Hanno toccato quota 85.183 i migranti sbarcati nel 2017 in Italia, il 20% in più rispetto al 2016, secondo i dati diffusi dal Viminale. In testa alle nazionalità di chi è arrivato sono sempre i nigeriani (13.516), seguiti da bengalesi (7.993), guineani (7.538) e ivoriani (7.151). I minori non accompagnati sono saliti a 9.761. E’ la Lombardia ad ospitare la maggiore quota di profughi (13%), seguita da Lazio e Campania (9%), Piemonte, Emilia Romagna e Veneto (8%). I richiedenti asilo trasferiti in altri Paesi europei secondo il principio della relocation sono 7.396.

Unhcr: „L’Italia non può gestire da sola tutti gli sbarchi. „E’ irrealistico pensare che l’Italia debba avere la responsabilità di tutti gli sbarchi di migranti che arrivano sulle sue coste”. Lo ha dichiarato Vincent Cochetel, l’inviato speciale dell’Unhcr per il Mediterraneo parlando a Ginevra e invocando „più solidarietà”.

L’organismo Onu intende proporre un „meccanismo di sbarco regionale” per distribuire il peso dell’accoglienza dei migranti: „Abbiamo bisogno di altri paesi che si uniscano e condividano la responsabilità”.

Ue, la lezione di Alex Langer. „L’Europa di oggi, che si trova ad affrontare la difficile sfida dei migranti, dovrebbe ricordare e fare propria la lezione di Alexander Langer: ‘Solve et coagula’. Sciogliere le differenze, eliminare le forzature, per fare sintesi, coagularsi in una posizione comune che permetta di fronteggiare la situazione”. Lo scrive il deputato Pd Michele Anzaldi sulla sua pagina Fb. „Se ventidue anni fa non avesse deciso di farla finita in quella maniera così tragica e dolorosa, Langer avrebbe potuto dirlo lui stesso ai leader dei Paesi europei, alle alte burocrazie comunitarie, ricordandogli il motto degli alchimisti rinascimentali che aveva fatto proprio per la politica di inizio anni ’90”, continua Anzaldi. „Le parole del premier Gentiloni e del segretario del Pd Renzi, nel giorno in cui gli Stati fondatori dell’Europa finalmente battono un colpo dopo il pressing italiano, si possono leggere proprio su quella direttrice tracciata da Langer: un’Europa divisa e gelosa solo di piccoli interessi di bottega non serve a nessuno, di certo non agli europei”.

 

Fonte: repubblica.it

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