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Apple investe in Italia: a Napoli apre il Centro europeo per le app

Tim Cook: «L’Europa è la patria di alcuni degli sviluppatori più creativi al mondo, aiutiamo la prossima generazione di imprenditori in Italia». Renzi: 600 posti di lavoro

di PAOLO OTTOLINA

Apple investe in Italia: a Napoli apre il Centro europeo per le app

Quando era venuto in Italia a ottobre, il numero 1 di Apple Tim Cook (qui la sua intervista al Corriere) aveva lodato l’Italia, «un Paese che ha dimostrato come l’eccellenza significhi fare meglio e non necessariamente produrre di più». Forse anche per questo Apple ha annunciato il primo investimento nel nostro Paese che esula dalla propria filiale milanese e dalle rete commerciale: l’azienda di Cupertino farà nascere il Centro di Sviluppo App iOS d’Europa.
Che cosa farà questo centro? Sosterrà gli insegnanti e fornirà un indirizzo specialistico preparando i futuri sviluppatori a far parte della comunità di sviluppatori Apple. Sarà situato in un istituto partner a Napoli: la scelta della città sembra tutt’altro che casuale, vista l’attenzione con cui Apple pondera ogni decisione. La mossa arriva dopo quella su un altro tema caldo, quello fiscale, con la chiusura di un accordo con l’Agenzia delle entrate da 318 milioni di euro.

Renzi: 600 posti di lavoro

Dell’annuncio ha parlato anche il presidente del Consiglio Matteo Renzi: «Apple ha comunicato da Cupertino che aprirà a Napoli una bella realtà di innovazione con circa 600 persone, una sperimentazione veramente intrigante. È ufficiale e domani Tim Cook sarà qua». L’amministratore delegato dell’azienda di Cupertino incontrerà dunque ancora Renzi: si erano visti a pranzo dopo l’incontro pubblico di Cook in Bocconi, lo scorso ottobre.

Seconda al mondo

La struttura di Napoli sarà la prima di questo tipo in Europa, la seconda al mondo: ne risulta un’altra già aperta in Brasile, anche se non è nota la località. Una terza è già prevista in Indonesia, ma il programma, dice Apple, «sarà poi esteso ad altri Paesi in tutto il mondo». Nel comunicato, la Mela afferma inoltre che la struttura lavorerà con partner in tutta Italia che forniscono formazione per sviluppatori, con l’obiettivo di completare questo curriculum e creare ulteriori opportunità per gli studenti.
Con la progressiva trasformazione in commodity dei dispositivi fisici, il tema del software e dell’ecosistema delle app diventa sempre più strategico ed Apple si muove in questa direzione, come per altro fanno (con altre iniziative) anche concorrenti come Google, Microsoft, Samsung. Nel solo periodo di Natale, gli utenti hanno speso 1,009 miliardi di euro in app per i dispositivi della Mela morsicata: un nuovo record, che ha avuto il giorno top a Capodanno, con 132 milioni. Secondo l’azienda, dal 2008 gli sviluppatori hanno guadagnato complessivamente oltre 36 miliardi grazie all’App Store.

 Tim Cook: «Sviluppatori più creativi del mondo»

«L’Europa è la patria di alcuni degli sviluppatori più creativi al mondo e siamo entusiasti di aiutare la prossima generazione di imprenditori in Italia ad acquisire le competenze necessarie per avere successo» ha affermato Tim Cook, amministratore delegato di Apple annunciando l’iniziativa italiana. «Il fenomenale successo dell’App Store è una delle forze trainanti dietro gli oltre 1,4 milioni di posti di lavoro che Apple ha creato in Europa e presenta opportunità illimitate per le persone di tutte le età e aziende di ogni dimensione in tutto il continente» ha aggiunto Cook. Proprio di app e opportunità ad esse legate Cook aveva parlato diffusamente nel suo intervento all’università Bocconi e nell’intervista al Corriere della Sera. Secondo una ricerca, in Italia oltre 75.000 posti di lavoro sono attribuibili all’App Store. In Europa 1,46 milioni posti di lavoro sono stati creati direttamente da Apple o solo legati all’indotto nel suo complesso (hardware, software, fornitori, ricerca, catena produttiva e distribuitiva). Tra le app italiane gli esempi di successo non mancano e la stessa Apple più volte nella homepage del suo App Store ha messo in evidenza proprio quelle «made in Italy».

Forrás: http://www.corriere.it

 

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